L.I.D.A.Sezione Carrù-Mondovì-Ceva – Tel 328/8866491 Mail lida.carrumondoviceva@gmail.com • 137 gatte e 69 gatti-tot. 206 sterilizzati nelle colonie feline, alcuni col contributo dei comuni di appartenenza, altri con l’aiuto delle persone che li alimentano, la maggior parte con risorse della nostra sezione, che ha realizzato eventi per raccogliere fondi per tale scopo. La Presidente Laura Barbero
19 ottobre Un ringraziamento a tutti coloro che hanno voluto aderire all’iniziativa e ringraziamo anche il nostro instancabile presidente Laura Barbero che si è data come sempre da fare per il benessere dei mici . Squadra unita al lavoro a Bene Vagienna, mentre l’altra metà accompagnava gli iscritti alla camminata, noi ci dedicavamo ai festeggiamenti preliminari.
Domenica, 28 Settembre 2014 CACCIA, PADRE FERISCE FIGLIA AD UNA GAMBA IN PROVINCIA DI CUNEO
L’incidente è avvenuto a Castellino Tanaro
11.09.14 Morta Daniza: l’orsa non ha retto all’anestesia. Il ministro Galletti chiede spiegazioni, sul web monta la protesta Il plantigrado è stato catturato dopo un mese di caccia, ma la procedura di “telenarcosi” si è rivelata fatale
TRENTO. L’orsa Daniza è morta. Dopo quasi un mese dall’aggressione di un fungaiolo nei boschi sopra Pinzolo , e dopo una lunga fuga sulle montagne trentine , il plantigrado è stato catturato dagli uomini della Provincia ma non ha retto alla dose di anestesia che è stata iniettata nel suo corpo per completare l’operazione di cattura. La Provincia ha subito diffuso un comunicato per spiegare quanto accaduto: “In ottemperanza all’ordinanza che prevedeva la cattura dell’orsa Daniza, dopo quasi un mese di monitoraggio intensivo, la scorsa notte si sono create le condizioni per intervenire, in sicurezza, con la telenarcosi. L’intervento della squadra di cattura ha consentito di addormentare l’orsa che, tuttavia, non è sopravvissuta. E’ stato possibile catturare con la medesima modalità, per poi prontamente liberarlo, anche uno dei due cuccioli, che è stato dotato di marca auricolare al fine di assicurarne il costante monitoraggio. A tal fine sul posto è già operativa la squadra d’emergenza. Dell’episodio sono stati informati il Ministero dell’Ambiente, l’Ispra e l’Autorità giudiziaria. Già in giornata l’animale sarà sottoposto ad analisi autoptica”. Il caso di Daniza aveva fatto scattare fin da subito la protesta degli animalisti , che in più occasioni avevano minacciato il Trentino di avviare una sorta di “sciopero della vacanza”, arrivando anche a fare irruzione nella sede della giunta provinciale . Già nel 2008 divampò la polemica dopo che un orso morì annegato nel lago di Molveno dopo essere stato narcotizzato durante un tentativo di cattura. IL MINISTRO CHIEDE CHIARIMENTI. Il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, ha «già inviato alla Provincia di Trento la richiesta di una relazione sull’accaduto» in relazione alla morte della orsa Daniza «per chiarire la dinamica dei fatti e chiedendo misure affinchè episodi come questo non si ripetano più». «La morte di un’esemplare di un orso – afferma Galletti – è sempre una sconfitta. Ora pensiamo a seguire e tutelare i due cuccioli». Galletti definisce «davvero una brutta notizia» la morte di Daniza. «La morte di un esemplare di orso è sempre una sconfitta, a prescindere dalla responsabilità» afferma il ministro. Daniza era un’orsa che il ministero seguiva da anni essendo una delle prime inserite nel progetto di ripopolamento. «Ma a questo punto – rileva il ministro – fermi restando i chiarimenti da acquisire sulla morte dell’orsa, mi preme la sorte dei due cuccioli, uno dei quali non è stato ancora munito di radiocollare. Vanno seguiti e protetti per garantirne il costante benessere e consentire loro di diventare adulti». Ad avviso del ministro, «vanno adottate le migliori soluzioni per l’intera popolazione di orsi di Trentino, Veneto, Lombardia e Friuli. Facciamo in modo che quanto accaduto – conclude Galletti – ci serva da insegnamento per il futuro». IL CORPO FORESTALE AVVIA UN’INCHIESTA. Il Corpo forestale dello Stato ha aperto un’indagine d’iniziativa a seguito della morte dell’Orsa Daniza che non è sopravvissuta alla narcosi disposta dalla Provincia Autonoma di Trento. Lo rende noto la Forestale in un comunicato. In queste ore personale del Corpo sta acquisendo documentazione e informazioni presso la stessa amministrazione provinciale e le altre autorità statali e locali coinvolte. Una squadra altamente specializzata in questo tipo di indagini è stata inviata dall’Ispettorato Generale su disposizione del Capo del Corpo per supportare l’attività investigativa dei reparti territoriali. LE REAZIONI. «Con la morte dell’orsa Daniza lo schifo e la vergogna sono stati raggiunti. Contro la mamma orsa si è costruito un accanimento da parte delle istituzioni che hanno portato alla sua morte e per questi motivi ritengo che la procura, sulla base del nostro esposto già presentato, debba aprire immediatamente un’inchiesta penale». Lo afferma il co-portavoce nazionale dei Verdi, Angelo Bonelli. «È morta per mano delle istituzioni un’orsa che voleva difendere i propri cuccioli dal pericolo e ora anche i piccoli cuccioli sono in pericolo di vita senza la protezione della loro mamma. Chi doveva difendere l’orsa, ovvero il ministero dell’Ambiente – prosegue Bonelli – ha assunto una posizione indecente e fuori dall’ordinamento giuridico italiano. I boschi non sono degli zoo e un bosco senza animali sarebbe come una città senza umani e da questi atti purtroppo e drammaticamente si misura anche il grado di non civiltà della nostra società». «Ciò che è accaduto all’orsa Daniza non è un incidente nè un fatto casuale: è un animalicidio in pieno regola. Nei giorni e nelle settimane passate avevamo più volte chiesto di lasciare in pace l’animale, arrivando a diffidare le autorità locali: questo è il risultato della caccia alle streghe, del clima di terrore scatenato contro il povero plantigrado». Lo dichiara la presidente dell’Ente nazionale protezione animali (Enpa), Carla Rocchi, che preannuncia una mobilitazione legale da parte dell’associazione. «Insieme alle centinaia di migliaia di cittadini che si sono schierati con noi a difesa di Daniza – prosegue Rocchi – consideriamo responsabili di questa morte tutte le autorità che hanno fatto del terrorismo psicologico contro l’orso: in primis la Provincia di Trento e gli amministratori locali ed i politici locali che hanno scatenato questa guerra di religione. Ma anche coloro i quali hanno materialmente eseguito l’intervento di telenarcosi. Al riguardo chiediamo di sapere se tale intervento sia stato posto in essere da personale medico-veterinario e se siano state rispettate tutti i protocolli veterinari». Inoltre, l’Enpa si chiede quale ruolo abbia giocato il ministero dell’Ambiente in questa vicenda «visto che si è dimostrato incapace di tutelare l’animale». Per questo l’associazione chiede le dimissioni immediate del ministro. «Chi a vario titolo è coinvolto nell’animalicidio di Daniza stia sicuro di non dormire sonni tranquilli – aggiunge la presidente dell’Enpa – questo per noi e per tutti i cittadini italiani che hanno preso a cuore il caso dell’orsa è il punto di partenza di una battaglia che porteremo avanti finchè Daniza non avrà giustizia». Dimissioni immediate del governatore Ugo Rossi vengono chieste dal segretario trentino della Lega Maurizio Fugatti. “La morte di Daniza perché non avrebbe retto la dose di anestesia iniettata durante il tentativo di cattura, dimostra tutta l’incapacità gestionale del progetto Life Ursus da parte della Provincia Autonoma di Trento. Noi siamo stati i primi a chiedere la cattura dell’orso dopo l’aggressione di Pinzolo; oggi, dopo quasi un mese dall’incidente, l’orso viene ucciso a causa di una anestesia troppo pesante eseguita dal Corpo Forestale. Da parte nostra siamo dispiaciuti della morte di Daniza, ma allo stesso tempo crediamo che le responsabilità per come si sono svolti tragicamente i fatti, vadano addossate ad una giunta provinciale che non è oggi in grado nemmeno di catturare un orso munito di radiocollare senza ucciderlo. Vista la gestione imbarazzante e la mancanza di professionalità dimostrata sin dall’inizio nel gestire le proprie competenze da parte della giunta provinciale, con tutte le ripercussioni negative che avrà il Trentino sotto il profilo dell’immagine e dell’impatto turistico per i prossimi anni, crediamo che il presidente Rossi debba rassegnare le dimissioni per incapacità e incompetenza manifesta”. L’ULTIMA ESCURSIONE. Soltanto due notti fa Daniza era scesa verso valle assieme ai suoi due cuccioli facendo un’incursione in una stalla della Val di Borzago, di proprietà di Luciano Pellizzari, a quattro chilometri dall’abitato di Spiazzo. Luciano Pellizzari nel periodo estivo-autunnale è nella sua “casa da monte” raggiungibile da una comoda strada asfaltata e composta dall’edificio d’abitazione e con vicino una solida costruzione destinata a stalla delle pecore. L’edificio si trova a valle della strada che conduce ai piedi del Carè Alto e nelle vicinanze delle Baite di Prà, un locale agrituristico in prossimità del rio Bedù, all’imbocco del Parco Naturale Adamello Brenta. «La notte tra martedì e mercoledì – ha raccontato lo stesso Luciano Pellizzari ad un amico – ho sentito un gran fracasso proveniente dalla stalla». Pensando alla volpe è uscito di casa, ha acceso la luce esterna e, nel cuore della notte, si è diretto verso la stalla. «Con grande sorpresa – ha proseguito Luciano – ho visto che la porta che chiude la stalla non c’era più, era stata abbattuta. Sono entrato nella stalla e contemporaneamente ho visto i cuccioli d’orso uscire. Mentre entravo mi sono trovato di fronte l’orsa che si è alzata sulla zampe posteriori e faceva versi contro di me cercando di ferirmi con le zampe anteriori. Non era per nulla intimorita, l’animale non aveva nessuna paura di me e non accennava a voler scappar fuori». Chi si è impaurito, e non poco, è stato Luciano Pellizzari che preso dalla paura e considerando che lassù il cellulare non riceve, è montato in macchina e si è precipitato in paese. Ripreso coraggio è ritornato in Val di Borzago, l’orsa e i cuccioli si erano allontanati ma nella stalla c’erano otto pecore morte. La scorsa settimana l’orsa Daniza con i cuccioli era a Caderzone Terme, dove ha ucciso le pecore, lasciato gli escrementi in giardino e le sue impronte sono rimaste anche sulla scala della casa. Poi a Bocenago ha ucciso una capra e il proprietario, andato il giorno successivo a spostare l’asino e recuperare il collare della capra, si è trovato l’orsa a meno di trecento metri. Una convivenza che, anche dopo l’aggressione di Ferragosto sta diventando sempre più difficile.
09.09.14
Il traffico degli animali e i falsi volontari
Tutti i giorni anche i più distratti avranno notato una miriade di appelli girovaganti per siti internet e bacheche di Facebook, foto e testi strappalacrime per storie altrettanto tragiche. Cani, gatti, ma anche altri tipi di animali, in cerca di casa dopo maltrattamenti, abbandoni, addirittura mutilazioni fisiche, o semplicemente animali custoditi nei canili. E quel qualche cosa in più, dopo varie indagini, si è capito. LE INDAGINI – Qualche anno fa fu fermato alla dogana un camion che, diceva, trasportava cassette di frutta e ortaggi. Durante la perquisizione si scoprì che però, sotto queste stesse cassette, c’erano nascoste delle gabbie con dentro cani e gatti trasportati clandestinamente fuori il suolo italiano. Un esempio per tutti, visto che di fermi come questi ce ne sono stati parecchi. Dove erano diretti quegli animali? Perchè venivano trasportati così in gran segreto? La risposta non è molto difficile da intuire: molte case farmaceutiche all’estero sono autorizzate a compiere sperimentazione anche su animali di affezione come cani e gatti, e non solo loro, per cui ogni esemplare portato lì viene venduto a somme che variano e che possono anche superare i 300 euro ad esemplare. VIAGGI DELLA MORTE – Il collegamento con i finti animalisti e il traffico dei randagi da Sud a Nord è semplice: il randagismo del Sud Italia è diventato una triste “ricchezza” per chi, fingendo di far volontariato e far adottare gli animali, ha un canale aperto con questi laboratori (o altri interessati), e rivende all’estero i cani/gatti, che poi ufficialmente vengono definiti “adottati”, tramite una fitta rete di animalisti (a volte ignari e in buona fede) che si scambiano passaggi e animali durante le famose “staffette”. Staffette durante le quali gli animali viaggiano dentro gabbiette o trasportini, ammassati come scatole di scarpe, spesso sedati e infilati più di uno per volta per cuccetta. Le stesse staffette in cui molti animali sono scappati impauriti e sono andati persi o, peggio, sono rimasti investiti in autostrada durante il viaggio, finendo così la loro già triste vita. Nel 2007 è toccato all’Asl di Brescia scoprire che al suo interno c’era qualcuno che, con la scusa delle adozioni,rivendeva i cani alla Germania e i gatti alla Svizzera per la vivisezione. Ci furono 8 indagati. E questo è solo un esempio per tanti. I CASI – L’allarme è scattato anche in altre occasioni: IL RAGGIRO – Un’altro elemento che ha fatto insospettire è stato il fatto che nei canili oltre il confine italiano è ancora legale, dopo un tot di tempo, sopprimere gli animali ospitati non adottati per fare posto ad altri. Questo in Italia non succede più da oltre 20 anni. Inoltre, nonostante i rifugi per randagi scoppino anche al Nord, si è notato un grande “esodo” di animali fatti adottare dal Sud al Nord, anche attraverso l’utilizzo di pseudo case-famiglie dove questi animali andrebbero a stare in “stallo” mentre aspettano la loro famiglia definitiva. Un viaggio, quindi, tutti da giù verso su, e di cui spesso gli esiti non si conoscono mai nei particolari, con la scusa della privacy. Ma qualche cosa poi è saltata fuori. Animali definiti “adottati” qui in Italia sono stati visti fotografati sul sito ZERGPORTAL, un sito tedesco di vendita di animali d’affezione, in cui il prezzo per esemplare varia dai 150 ai 300 euro o a volte li supera. La domanda è stata: “Cosa ci fa un cane definito adottato in vendita su un sito tedesco?”. Le conclusioni, dopo la panoramica fatta, traetele voi. LE RACCOMANDAZIONI – In uno scenario del genere le raccomandazioni per evitare di partecipare, involontariamente, a questo triste scenario sono poche, ma fondamentali: Fidarsi di poche persone, e rigirare gli appelli solo di persone che si conoscono davvero, per evitare di fare pubblicità a chi non merita di riceverla. Meglio un animale al canile che un animale abusato. Far adottare gli animali soltanto in un raggio di pochi chilometri, nella propria città o in provincia o al massimo nella Regione di appartenenza, ad esempio, in modo da avere la certezza di poter controllare nel tempo che l’adozione sia andata a buon fine, ed anche per facilitare la pratica se un animale dovesse “tornare indietro”, cosa che molto spesso accade perchè non tutti hanno idea di cosa significhi davvero vivere insieme ad uno o più animali. Evitare le staffette: non sono sicure, gli animali durante il viaggio soffrono ed in più coinvolgono un numero di persone troppo elevato e collegano posti troppo lontani per mantenere il controllo della situazione anche nel futuro… anche perchè il numero degli animali coinvolto è altissimo! E’ impossibile controllarli tutti nel tempo, successivamente! Evitare gli stalli: gli animali hanno una sensibilità proprio come la nostra, se non più spiccata, cambiare casa e padrone come cambiare ciotola per l’acqua per loro è altamente destabilizzante, e potrebbero subirne anche danni psicologici gravi e poco rimediabili. Immaginate un cucciolo che deve essere educato e nel frattempo cerca casa, chi sarà il responsabile della sua educazione? E quando avrà dei nuovi padroni in chi riconoscerà l’autorità? Quale sarà per lui casa sua? Oggi per adottare un bambino la trafila è lunga e tortuosa e a volte anche troppo penosa, un minimo di questa rigidità dovrebbe essere legata anche alle adozioni degli animali, che richiedono davvero cura e attenzione e un’ attenta analisi degli ambienti e delle persone coinvolte, per non ricadere in tristi episodi di abbandono, o peggio, in scenari da incubo come quelli descritti. (Simona Vitagliano – Cronaca Flegrea)
17 agosto 2014
Da “LA STAMPA” del 25 luglio 2014
da PROVINCIA GRANDA n° 28 del 18 luglio 2014
13 luglio 2014
22 giugno 2014 DOGS DAY MERAVIGLIOSA GIORNATA DEDICATA AI NOSTRI AMICI A 4 ZAMPE : NOI C’ERAVAMO
06.06.14 FIOCCO AZZURRO IN CASA LIDA! Dopo una lunga attesa ecco il puledro di minette la pony salvata qualche mese fa! Ora abbiamo una bocca in più da sfamare.. ma grandi soddisfazioni. Ringraziamo Paolo che se ne occupa giornalmente e tutti coloro che hanno contribuito nel salvataggio dei cavalli.
CHI S’ SMIJA, U S’ PIJA 24 maggio presso il Priorato di S.Biagio – Mondovì simpatica giornata in mezzo al verde con i nostri amici animali.
Da ‘Il Corriere’ di Carrù
11.05.14 Bellissimo risultato per la prima edizione della passeggiata a 6 zampe di Carrù: 61 cani iscritti e il ricavato (oltre 500€) consegnato all’amico Luca Casati che lo ha portato in Spagna per aiutare altri galgos. Grazie ai partecipanti, al comune, alle associazioni presenti e a Graziella Dotta.
16.04.13
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